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Sempre su gli estimi catastali
e l’imposta fondiaria ‘
I. — Il crescere delle imposte e delle tasse, combinato
con la diminuzione dei prezzi di due dei principali nostri pro-
dotti rurali, ha messo in un grave stato di apprensione, di
sospetto, di irritazione gli agricoltori d’ ogni parte d’Italia. Ho
avuto occasione di rilevarlo molto bene in questi giorni. Mi
sono occupato, nel Corriere della sera, dell’imposta e delle
sovrimposte sulla terra. Basta vedere le lettere e le osserva-
zioni che mi sono state indirizzate per comprendere che ho
toccato un vespaio. Le lamentele si appuntano specialmente
sopra queste due questioni: sul nuovo estimo aggiornato e
sui redditi agrari. Alcuni dati statistici sull’una e sull’ altra
questione credo che potranno giovare parecchio a charire
le idee e a precisare ciò che è da chiedere ai pubblici poteri.
Oggi vedremo del primo e un’altra volta del secondo argo-
mento.
II. — L’estimo fondiario che verrà fuori dalla revisione
catastale ordinata dal decreto reale 7 gennaio 1923 si saprà
fra qualche mese. Ma i tecnici catastali che hanno atteso alla
revisione prevederebbero — secondo riferiva il prof. U. Ricci
in un giornale romano — che esso estimo sarà sul miliardo
e 300 o 400 milioni. Nel riportare questo dato, ipotetico e ap-
prossimativo, ho tentato un confronto coll’ estimo che resterà
(2) Dal Giornale di Agricoltura della Domenica del 16 marzo 1924. Nel $ 3 è il
còmputo dell’ estimo a cui, nell’articolo precedente sull’ Imposta fondiaria ecc., a-
vevo detto per allora di rinunciare.