Full text: Economia rurale e politica rurale in Italia

. . è . 
La produzione agraria italiana 
e il suo valore lordo ‘ 
L’agricoltura in Italia si è estesa sin dove il contadino 
poteva arrivare colle instancabili e potenti sue braccia. Non 
esistono più, e da un pezzo, terre incolte, terre, cioè, che, vo- 
lendo, il contadino possa coltivare da sè. La nostra superficie 
agraria e forestale è il 92 per 100 della geografica. Conside- 
rato il carattere ingrato e montagnoso del nostro suolo, è 
forse la proporzione massima dell’ Europa e quindi del mondo. 
Dal punto di vista della stretta convenienza economica, le 
coltivazioni, anzi, si sono estese troppo (troppi seminativi a 
grano, ad esempio, a danno del pascolo e del bosco). 
L’ agricoltore però lavora in silenzio. Non ha masse di 
capitali liquidi da fare abilmente manovrare nè potenti or- 
gani di pubblicità. Si ha come la sensazione che lo sforzo 
che esso compie non sia apprezzato in modo adeguato in 
seno all’ opinione pubblica. Frequenti le accuse di non aver 
progredito abbastanza, nonostante gli immaginati pingui gua- 
dagni dei beati possidentes. 
Non passa anno, ad esempio, che non si gridi: l’ agri- 
coltura italiana non è riuscita ancora a darci tutto il grano 
che ci abbisogna! Il fatto, per sè, è verissimo. Ma da che 
cosa deriva? Ne è forse causa l’inerzia o l’inettitudine degli 
agricoltori ? Sembra invece, essere legge dinamica della nostra 
(1) Questo articolo, in cui si tratta della produzione lorda della nostra agricol- 
tura, cioè del risultamento grandioso degli eroici sforzi delle classi rurali del paese, 
può considerarsi come una tal quale conclusione intorno a molte cose osservate in 
questo volume. L'articolo è apparso nel n. 7 luglio 1925 del Corriere della Sera.
	        
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