ue e e 0) Redditi agrari e superficie lo ho paragonato — come il cortese lettore ricorderà — l’imposta sul reddito agrario alla sola superficie agraria, ho sottratto, cioè, dal termine di paragone soltanto la superficie forestale. Interviene un terzo e dice: bisogna sottrarre anche la superficie a pascolo. Io nel mio articolo non mi sono sof- fermato su questa particolarità tecnica per la semplice ra- gione che mi pareva potesse interessare.... solo sino ad un certo punto i lettori di questo periodico. Ma dal momento che si è entrati nel merito della questione stessa, non sarà gran male che io dica quello che mi ero prima dispensato di dire. E non sarà forse un gran male specialmente perchè, così, po- tremo vedere un po’ meglio in questa benedetta imposta sui redditi agrari, che, per la poca simpatia che ispira, è dai con- tribuenti rurali messa accanto a quella sul vino. Anche nei rapporti o confronti che vogliamo istituire noi possiamo avere una scala di esattezza. Non occorre, dav- vero, far professione di statistici per saperlo. Basta il buon senso, che, del resto, è la base prima del metodo statistico. Molte, anzi moltissime volte, in statistica, ci contentiamo di rapporti appena approssimativi. Paragoniamo, ad esempio, i matrimoni a tutta quanta la popolazione, mentre sappiamo che i maschi e le femmine che si trovano al disotto di certi limiti di età e i già coniugati non si possono sposare. Il terzo insorgerebbe per dire: ma dalla popolazione, presa per fter- mine di confronto, bisogna togliere quegli individui, e sono tanti, che non hanno niente a che fare con coloro che di fatto si sposano. E in realtà, quando si perseguono certi fini (1) Dal Giornale di Agricoltura della Domenica dell’ 11 ‘maggio 1923,