Full text: Economia rurale e politica rurale in Italia

E «RIFORMA AGRARIA) IN ITALIA 143 
del nostro paese, deve necessariamente riuscire più veritiero 
e positivo il giudizio che voglia portarsi sopra un disegno di 
organizzazione agraria e legislativa, come quello della Riforma 
agraria, che tende, appunto, ad infondere nuova vita alla 
massima fra le sorgenti della nostra ricchezza. 
Così apparirà, se non andiamo errati, anche dalla rapi- 
dissima sintesi che ora esporremo dei risultati delle due in- 
chieste, le quali però sono in modo più particolare destinate 
a fornire allo studioso il genuino materiale per le osserva- 
zioni che egli crederà poterne indurre. 
II. — La rendita della terra è, in complesso, diminuita. 
Così in generale, se risaliamo agli anni più lontani. La dimi- 
nuzione è maggiore nel Mezzogiorno e specialmente nelle 
isole e per determinate colture, massime per i terreni che 
sono prevalentemente ad agrumi, a cereali ed anche (per 
alcune provincie) a vigna. Massimamente però dal 1895 in 
qua, notasi un rialzo, più o meno sensibile, della rendita, in 
particolare per le terre a cereali, il cui prezzo si è accresciuto 
mercè il forte dazio protettivo. 
Come cause della discesa vengono denunciati il ribasso 
dei prezzi dei principali prodotti agrari per la concorrenza 
estera e per la chiusura di alcuni mercati, le malattie delle 
piante, le maggiori spese richieste per combattere le stesse, 
le imposte e tasse aumentate di numero e di gravità sia da 
parte del Governo sia da parte delle Provincie e dei Comuni (1). 
Confortanti eccezioni fanno alcune zone fortunate, in 
cui si riconosce che la rendita è aumentata o che, almeno, 
non è diminuita. Così in varie provincie dell’Italia superiore 
e centrale (Vicenza, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, 
Bologna, Pesaro) e in due o tre del Mezzogiorno (Abruzzi, 
Campania). 
La ragione, che rende appunto tale eccezione di lieto 
augurio, è che in quelle zone sono aumentati la produttività 
e il reddito netto a causa delle migliorie tecniche ed econo- 
miche le quali si sono sapute introdurre. Anzi, per qualche 
(1) « La diminuzione dei profitti agricoli non è speciale alla Francia. Ci è se- 
gnalata in Inghilterra, ove una Commissione ufficiale ha finito appunto di studiare 
gli effetti e ricercare le cause di questa crisi agraria di cui tutti parlano. Nell’ Eu- 
ropa intiera, si osservano gli stessi indizi di malessere ed echeggiano gli stessi 
lamenti. Negli Stati Uniti, i nostri concorrenti così temuti sembrano soffrire del me- 
desimo male. La crisi agraria è dunque generale ». Così in un lungo studio pubbli- 
cato negli Annales agronomiques, Tome XXV — N. 2, 25 Février 1899, pag. 52.
	        
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