STEFANO JACINI zientemente rilevato nelle classi agrarie della sua regione. Queste classi, come in generale quelle del resto d’Italia, possiedonò certi forti e indelebili caratteri: laboriosità, pon- derazione in quello che disegnano ed eseguono, spirito di economia e di risparmio, tendenza a fare il passo secondo la gamba. Ebbene, lo Jacini politico ha sempre voluto e sempre sostenuto con coraggio e franchezza — a dispetto dell’impopolarità a cui andava incontro — una politica in- formata alla prudenza, alla semplicità nelle forme, alla po- sitività, all’economia nelle spese e quindi lontana da ogni eccesso fiscale. Ci è assicurato dal nipote biografo che pro- prio al nonno si deve la coniazione della parola megalo- mania politica, con la quale egli intendeva esprimere le tendenze politiche opposte a quelle proprie di lui, che era- no, per adoperare un’altra frase, quelle del piede di casa. TL’interezza e l’armonia dell’uomo di studio, del pri- vato, del pubblico sono complete. Io qui — occorre accen- narlo? — analizzo, non giudico. Ogni uomo è, senza che essc riesca di solito ad avvertirlo, il frutto dei suoi tem- pi, della sua natura, della posizione che occupa nella società. Nessuna meraviglia, pertanto, che il presidente e il re- latore della nuova grande inchiesta, deliberata dal Parla- mento nel 1877, fossero già belli e pronti nell’antico autore della monografia del 1851: Si notino le coincidenze. In Lombardia egli aveva trova- to le varietà di un mondo. Attraverso il cimento comparativo delle stesse aveva scaltrito la logica e fissate molte idee. Nell’intera Italia rurale, che finalmente viene offerta alla sua indagine, egli troverà altrettanto. Tutto vario e sotto tutti gli aspetti, dal carattere geografico e climatico dei territorii ai tipi delle popolazioni e alle forme contrattuali con cui il lavoro è impiegato sulla terra. La sua frase, che non esiste un’Italia agricola ma esistono più Italie agricole, riassume, quasi con un motto, la grande obbiettiva verità. I metodi e le idee del 1851 si estendono, quindi, na- turalmente a tutta l’Italia. I ’inchiesta nuova veniva ad es- sere una continuazione dell’antica. Lo Jacini vecchio tro- vava nello Jacini giovane i segreti per penetrare a fondo nel- la sintesi unitaria di un numero infinito di fatti e di con- dizioni e per dare agli infiniti problemi, così diversi per località e per oggetto, la soluzione di un complesso proble- ma unico e organico. Si confrontino, come ho fatto io con vero diletto è compiacimento mentale, le tre opere che sono fra loro con- tinuative e coordinate, cioè la Proprietà fondiaria ecc. del CO