114 SE I /ARBITRATO OBBLIGATORIO cietà umanitaria di Milano; e fra le risposte dei privati, quelle *del prof. A. Loria e del comm. L. Mortara, un econo- mista e un giurista insigni. Quello però che debbo rilevare è un equivoco in cui non pochi corrispondenti sono caduti: l’ equivoco di rispon- dere alle mie domande sull’ arbitrato obbligatorio come se io avessi fatto domande sui probiviri agricoli, su quella gentile e modesta istituzione a cui da tanti anni proprietari e con- tadini elevano sospiri e voti. L’ equivoco nm’ è parso, in verità, profondamente sintomatico, tanto sintomatico che la consta- tazione di esso ripaga ad usura la piccola fatica dell’ inchiesta. Se non pochi agricoltori (e badate che si tratta di gente che ha sale in zucca e respira a pieni polmoni l’aria dell’ ambiente rurale!) sono caduti nell’ equivoco, la ragione ce’ è, ed è chia- rissima: in parecchie zone d’ Italia, gli agricoltori non sentono il bisogno dell’ arbitrato obbligatorio, tanto che, quando voi andate a parlare loro di questo, essi, per spontaneo atteggia- mento della mente, s’ immaginano che voi parliate loro di una altra cosa che, anche per tradizione e per abitudine, sentono, desiderano, invocano. ' Debbo però subito dichiarare che vi sono altri corri- spondenti che hanno presa, e bene, la questione di fronte. Alcuni dicono: l’arbitrato obbligatorio ancora non è richiesto, le condizioni delle nostre campagne ancora non lo permette- rebbero, l’ arbitrato obb'igatorio sarebbe una lustra e forse un danno, perchè legherebbe i proprietari, che sono, econo- micamente responsabili, e non i Javoratori, che non nanno re- sponsabilità economica, ece., ecc. Altri soggiungono : ’ arbi- trato sarebbe utile, ma a condizione che fosse subordinato a cautele e a garanzie pecuniarie, morali, ece. Precisa e chiara la risposta del Comizio agrario di Bologna. Essa esprime il pensiero, se non mi sbaglio, delle plaghe che più sono state bersagliate dagli scioperi e che hanno sperimentato come si trovino i proprietari e gli affittuari di fronte alla coalizione dei braccianti e, in generale, dei contadini. Il Comizio di Bo- logna risponde (e dopo ampia discussione, a cui partecipa- rono uomini come il prof. Venezian): P obbligatorietà è desi- derata specialmente dagli imprenditori, anche dai proprietari e poco dai lavoratori. Ma tutti, favorevoli o sfavorevoli o du- bitosi — perchè dovrei tacerlo ? la franchezza è fenomeno.... campagnolo ! — si avvolgono in grande incertezza quando si