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La potenzialità di lavoro della mezzadria
e lo stato di guerra
1.0 — La parte più giovane e forte della popolazione
rurale maschile è sotto le armi. I sardi e gli umbri, citati, per
l’ eroico valore, nei bollettini Cadorna, come, del resto, i sol-
dati di molte delle altre regioni sono in maggioranza rurali
(2). Naturale effetto di ciò che è la popolazione italiana. Dei
poco meno che 13 milioni di maschi sopra i 10 anni censiti
nel giugno 1911, oltre 6 milioni e 100 mila appartengono al-
l’agricoltura. Ma questa media di rurali di circa 50 per cento
è superata in parecchie regioni, come in Sardegna e in par-
ticolare in Umbria, nella quale ultima essi vanno anche più
in 1à del 62 per cento. Sopra 100 italiani arruolati nel 1912
(l’ultimo anno di cui si conoscono le cifre) quasi il 45 per
cento provengono dalle campagne (3).
Grande e, per giunta, improvvisa e brusca è stata la
(1) Quest’articolo è stato pubblicato, in pieno periodo di guerra, nel periodico
L’Italia Agricola, 15 gennaio 1916. L’ esperienza di ogni giorno metteva dinanzi
agli occhi dell’autore, che è di un paese di pura mezzadria, le Marche, le virtù
organiche e psicologiche di tale millenario contratto.
(2) Così pure per le Marche. È risaputo il valore dimostrato sul Carso dalla
brigata Macerata. Dei suoi soldati così diceva, indicandoli, il maggiore generale
Prata (io l’ho appreso da un ufficiale presente) : « Non una medaglia ma un monu-
mento meriterebbe ciascuno di questi ragazzi ». Tanto io mi permetto di riferire
anche per dimostrare che i combattenti sono stati ben degni di coloro che sono
rimasti a lavorare sui campi e dei quali parliamo in questo articolo.
(3) Sulle cifre della popolazioue rurale nostra e sulla sua molteplice composi-
zione si vegga il mio volume (edito dalla Federazione Consorzi agrari, 1925): La
popolazione rurale in Italia e i suoi caratteri demografici. psicologici e sociali. E
così pure si veggano, in detto volume, i due articoli sul rinvio ai campi dei soldati.