SIA OGGI POSSIBILE NELIL’AGRICOLTURA
dell’ arbitrato obbligatorio è, se non erro, facile intendere.
Essi credono più efficace, in molti casi, la coazione dello scio-
pero, perchè sanno bene quanto sia loro potente alleata l’ur-
genza che si impone in molte operazioni campestri. Vogliono
evitare le noie e gli attriti nuovi, che sorgerebbero per l’op-
posizione contro le sentenze obbligatorie. E, d’altra parte,
nei casi in cui non stimino di ricorrere allo sciopero, sanno
molto bene di aver sempre sottomano il docile istrumento
degli arbitri convenzionali, ai quali, invero, si fa ricorso con
sempre maggiore frequenza. Non manca però qualche voto di
contadini per l’ arbitrato obbligatorio. Sarà segno, per certo,
che quei contadini si sentiranno deboli di fronte ai padroni
e stimeranno più proficuo un arbitrato coattivo che uno scio-
pero. Saranno i padroni che, in questo caso, s’ opporranno
all’ arbitrato obbligatorio, oltre che per le ragioni solite, pure
per questa nuova e speciale.
La conclusione pertanto, a cui ‘o credo di poter addi-
venire, è questa, che si affretti la creazione di uno stato di
cose, per cui le parti in conflitto ritengano più utile fare ap-
pello all’arbitrato che guerreggiare. E noi abbiamo visto in
che consista tale stato di cose, che, pel bene di tutti, noi au-
curiamo, nè giova ripeterci. L’ efficacia vera dell’arbitrato ob-
bligatorio, che allora potrà istituirsi senza ostilità di alcuna
classe sociale, starà, non nello spauracchio della sua ferrata
armatura giuridica, ma nella preferenza spontanea che, per
ispirito utilitario, i contadini non meno che i detentori del red-
dito agricolo daranno a soluzioni pacifiche, a soluzioni che
prevedano e anticipino, senza i costi economici e morali de-
gli scioperi, le soluzioni medesime che dagli scioperi proba-
bilmente sarebbero scaturite.
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