Full text: Economia rurale e politica rurale in Italia

E NEL COMPENSO DEI MIGLIORAMENTI RURALI 177 
e l’estimo » (1). Già il prof. G. Valenti, fra gli economisti, 
ha ben messo in luce come la nostra questione sia grave e 
si ricolleghi strettamente ai principii economici dai quali sol- 
tanto può attendersi la soluzione soddisfacente (2). 
Col determinarsi delle condizioni per le quali, certa- 
mente, i miglioramenti rurali si diffonderanno e il contratto 
di fitto, con lo scopo di applicare capitali alle terre, sarà sem- 
pre più largamente — in certe zone del paese — adottato, 
tendono a manifestarsi e differenziarsi più fortemente gli in- 
teressi che si agitano nell’ intimo di tali fenomeni e -ne sono 
i propulsori. 
Maggiori fra tutti ci si presentano gli interessi dei pro- 
prietari fondiari e quelli degli affittuari o imprenditori agri- 
coli: i primi, sotto più aspetti, sono o appariscono in anta- 
gonismo con i secondi. 
Sino a che gli scarsi investimenti capitalistici nella terra 
assicuravano ai possessori di questa quel predominio che essa 
aveva, effettivamente, nella produzione agraria per rispetto 
ai capitali, fino a che, nel tempo stesso, la impari competi- 
zione avveniva, generalmente, fra proprietari e lavoratori af- 
fittuari più che fra proprietari e affittuari capitalisti, vediamo 
che la legislazione, le consuetudini e le pratiche dei periti, 
relative ai miglioramenti, hanno docilmente secondato e fa- 
vorito gli interessi della proprietà. Determinatosi però il ri- 
sveglio economico-agrario, si è determinata anche la reazione 
dei capitalisti fondiari, i quali invocano ora, generalmente, 
norme giuridiche e eriteri di estimo più conformi praticamente 
alle necessità e alle vie naturali del loro tornaconto. 
Noi, in Italia, ci troviamo oggi in questo periodo della 
riscossa, ravvivato dalle crescenti organizzazioni degli o- 
perai agricoli, tanto più numerosi nelle zone dell’ affitto. 
Sotto la pressione di costoro e per far ricadere gli effetti del 
rincaro della mano d’ opera sui proprietari, già tende ad ope- 
rarsi, in alcune provincie, come in Lombardia, la scissione aperta 
dei proprietari dai capitalisti agrari, e si sono costituite asso- 
ciazioni di conduttori di fondi, dirette sostanzialmente più 
contro i proprietari locatori che contro i lavoratori. 
(1) Dr Muro, Op. citata, pag. XIV. 
(2) Bollettino quindicinale della Società degli agricoltori italiani. Roma, fasci- 
coli 22 e 23-24 del 1898.
	        
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