323 LA PRODUZIONE AGRARIA ITALIANA
in ultima analisi, massimamente con maggiori impieghi di capitali (dalla costru-
zione di case coloniche e di strade all’uso di macchine e concimi).
Ma così proposta, la questione appunto cambia di natura. Si tratta di osservare
sopra tutto se l’Italia abbia, per codesti fini, capitali disponibili e sino a che punto
essa abbia utilità di impiegarli nelle determinate trasformazioni territoriali e nelle
intensivazioni. La questione diventa economica. È la vecchia questione degli econo-
misti: data una somma di ricchezza, quale è l’uso più utile e redditizio che un
paese può farne? Se l’Italia nella ripartizione dei suoi capitali non seguisse la
norma del tornaconto, essa renderebbe meno produttivi i capitali stessi e si impo.
verirebbe. Resta sottinteso che con ciò non si esclude che certi lavori si possono
intraprendere per fini sociali, nonostante che non siano economici (secondo il
senso ristretto che si dà alla parola economico).
È chiaro, dunque, che cosa la statistica agraria intende per terre incolte e che
cosa la medesima non intende ».
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