Full text: L'ammontare e la composizione della ricchezza delle nazioni

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Sta qui certamente un altro inconveniente non Heve del mé 
todo usato. Nel confronto tra la distribuzione della ricchezza di 
uno stesso S ta to in tempi divers!, è infatti possibile di regola 
determinare i valori di a in base agli stessi valor! di x, in 
causa dell’uniformità della classificazione dei patrimoni negli 
anni success!vi ; ma ció si puó fare solo eccezionalmente nei 
confront! tra la distribuzione della ricchezza di Stati divers!, 
per modo che, solo quando la differenza tra i valori di a', otte- 
nuti per Stati diversi in base a divers! valori di x, sia forte, si 
potra dire che la ricchezza sia in uno Stato piú o meno concen- 
trata che in un altro. 
Un ultimo inconveniente del método usato è quel lo che la 
formula a pag. 473 non è indi pen dente dall’unitá di misura de i 
patrimoni. Éssa fu stabilita dal Benini assumendo per unitá 
di misura la lira italiana ; per i paesi dove è diversa l’unità 
di mon eta conviene naturalmente ridurre in lire il valore dei 
patrimoni. Ma con ció i patrimoni dei vari! paesi si sono resi 
comparabili solo nominalmente; differenze reali sussistono cer 
tamente per effetto del diverso potere di acquisto della moneta 
ed esercitano un’inñuenza sut computo di a'. Quando si attri 
but see alla moneta una potenza di acquisto inferiore alla reale, 
i valori di *' rísultano pió bass i, vale a dire la concentrazione 
dei patrimoni appare maggiore di quanto in realtà non sia (1)*. 
Non conviene certamente esagerare la port ata di questo in 
conveniente : se si suppone che la potenza di acquisto di una 
sterlina nel Regno Unito e quella di una lira in Italia sieno propor- 
zionali al loro valore nominale, vale a dire che una sterlina 
equivalga a 35.3 lire italiano, il valore di a', per le trasmis- 
sioni a titolo gratuito soggette all 'Estate duty nel Regno Unito 
durante gli esercizi 1908-9-1910-11, risulta -- 0,0993; se si 
suppone invece che la potenza d’acquisto di una sterlina nel 
Regno Unito equivalga a quella di sole lire 17 in Italia, risulta 
a = 0,0953. Tale inconveniente basta tuttavia a renderei inverti 
nelle conclusioni quando i valori di a', relativi ad un dato Stato, 
mostrano, negli ultimi anni, una leggerissima tendenza a dimi 
nuiré col tempo e quando i valori di a calcolati in base agli 
stessi valori di x per Stati diversi, risultano lievemente supe- 
riori nello Stato in cui la potenza d’acquisto della moneta è 
(1) Attribuire alla monota una potenza d’acquisto inferiore alla reale 
significa moltiplicare per una quantité costante tutti i valori di ,v conside- 
rati per il calcólo di a', ossia aggiungere una quantitá costante a tutti i 
corrispondenti valori di log ,v. Si intende che, aggiungendo una quantité 
costante a tutti i valori di log x. risultano maggiori lo differenze | <1- *| e 
quindi minore il valore di
	        
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