SULLE RAPPRESENTANZE AGRARIE |
sposte. Abbiamo poi voluto sottoporre le idee che eravamo an-
dati formulando ad una preliminare discussione in seno alla
Commissione. La discussione, che si è svolta, ci è stata molto
vantaggiosa. Del pari ci sono tornati molto utili i consigli di un
collega della Commissione stessa, il prof. Antonio Bianchi. Egli,
come direttore della Cattedra ambulante di Brescia, ha saputo
fissare la nostra attenzione particolarmente sopra alcuni bisogni
maggiormente sentiti in ambienti di fervida operosità rurale.
Ed ora, precisando un po’ meglio, esponiamo le linee
generali del disegno. Non ci sembra conveniente di venire a
particolari minuziosi. Navighiamo in troppe incertezze. Sarà
già molto se le nostre linee saranno seriamente considerate
e se troveranno, nel complesso, favorevole accoglimento.
II. — Il disegno Maggiorino Ferraris. I disegni Visocchi, Mi-
cheli deputato e Micheli ministro. Esame di questi due
ultimi. I tre punti principali. Si escludono Pl’ elettorato
per classi e l’ingerenza nei fatti distributivi. Si acco-
glie il discentramento, che è principio generale.
Il brevissimo disegno presentato in Senato (26 marzo
1920) come iniziativa dell’ on. Maggiorino Ferraris sembra un
po’ generico e non ha trovato, se non erriamo, una larga eco
nel paese. Esso riproduce una parte delle disposizioni presen-
tate dall’ autore nel vecchio disegno che prese il nome di 2Ri-
forma agraria (1). Dato lo sviluppo ora conseguito dai consorzi
agrari, le funzioni di acquisto di materie utili all’ agricoltura,
dal prof. Carlo Righini di $. Albino), un incognito agricoltore di Treviso, solleci-
tato dal prof. Giuseppe Benzi, il prof. G. Catoni, per conto del Consiglio provinciale
d’ agricoltura di Trento, l’avv. Agostino Michelini Tocci (Marche), il prof. G. Iosa,
direttore della Cattedra ambulante d’ agricoltura di Campobasso, l’on. marchese
Ferdinando Nunziante (Napoli), il prof. A. Carrante, direttore Cattedra ambulante
di Bari, il prof. E. Azimonti, da Potenza, il prof. S. Iovino, direttore Cattedra am-
bulante di Matera, il prof. E. Blandini, direttore Cattedra ambulante di Cagliari.
Nella risposta trasmessaci per conto del Consiglio provinciale d’ agricoltura di
Trento si addita questa istituzione come modello degno di imitazione. Non esistono,
a quanto ci sembra, per tutte e singole le zone italiane le condizioni per cui il Con-
siglio provinciale trentino funziona in modo da soddisfare i propri rappresentati.
Noi, nel nostro disegno, abbiamo però ammesso (veggasi $ 7) che le Camere di a-
gricoltura possano creare succursali o sedi nei centri più importanti delle rispettive
provincie. Nell’ ammettere ciò abbiamo tenuti presenti il desiderio e l esperienza
degli agricoltori della nuova provincia italiana.
(1) Si vegga il precedente saggio, intitolato: Rendita e valore della terra e
<« Riforma agraria » in Italia.
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